Intolleranza al lattosio: un mix di genetica e microbioma
Può capitare, quando non si è più tanto piccoli, che una mattina ci si svegli, si faccia colazione con la consueta tazza di latte e cereali e poi… il nostro intestino si ribelli violentemente. Ecco, quello è il momento in cui il nostro corpo ha “deciso” di non volerne più sapere di latte e lattosio.
Lattosio e lattasi
Il lattosio è uno zucchero composto da glucosio e galattosio e, tanto per farsi un’idea, 250 ml di latte vaccino (un bicchiere) ne contengono 12,5 grammi. Se il latte viene fermentato a yogurt, ne rimane circa la metà perché questo zucchero viene utilizzato dai batteri per proliferare e produrre le sostanze organoletticamente tipiche dei prodotti caseari. Più è stagionato un formaggio e minore sarà il suo contenuto in lattosio.
Nel nostro intestino il lattosio può essere assorbito nell’intestino tenue grazie alla presenza di un enzima chiamato lattasi. Questo scinde il lattosio nei suoi due componenti che solo così vengono trasportati dentro alle cellule intestinali. Da qui diffondono verso i vasi sanguigni per essere utilizzati in tutto il corpo. Fino a che un giorno il gene che codifica per la lattasi non decide di spegnersi. Niente più (o pochissimo) enzima attivo = accumulo di lattosio nell’intestino.
Malassorbimento e intolleranza al lattosio
Sono due termini spesso confusi ma di fatto molto diversi: il malassorbimento è la condizione per cui il lattosio non può essere trasferito dall’intestino tenue alle cellule, pertanto si accumula e transita nell’intestino crasso. Intolleranza è invece un insieme di sintomi intestinali (gonfiore, dolore, flatulenza, diarrea) legati al malassorbimento. Se è vero che l’intolleranza dipende dal malassorbimento, non è vero il contrario: infatti non è detto che chi “malassorbe” sia anche intollerante, potrebbe bere il suo bicchiere di latte senza avere nessun problema. Perché?
Lattosio e microbiota
Il lattosio indigerito transita fino al colon dove incontra il microbiota che non vede l’ora di cibarsene. Batteri diversi trattano il lattosio in modo diverso pertanto alcuni lo trasformeranno in acidi grassi a catena corta (benefici per l’intestino) mentre altri in metano, idrogeno o anidride carbonica. Di fatto la distensione addominale dovuta all’accumulo di tali gas è quella responsabile del dolore e della flatulenza. La diarrea di solito compare quando la fermentazione del lattosio è lenta pertanto lo zucchero richiama per osmosi molta acqua dalla parete intestinale e liquefa le feci.
Di fatto un microbiota bilanciato è il salvagente ideale in caso di spegnimento della lattasi: non è un caso se normalmente chi ha una lattasi “pigra” selezioni nel proprio intestino molti Bifidobatteri. Probiotici naturali che utilizzano il lattosio e producono una gran quantità di acidi grassi a catena corta, i Bifidobatteri sono fondamentali come antinfiammatori, regolatori del metabolismo dei lipidi, immunostimolanti e modulatori dell’asse intestino-cervello. Chi ha un malassorbimento del lattosio solitamente ha un limite giornaliero variabile di 12-18 grammi prima di accusare sintomi dolorosi. Pertanto in questo caso si può sfruttare questa tolleranza per il proprio benessere microbiota-mediato.
Conclusioni
Non esistono terapie definitive per l’intolleranza al lattosio, solitamente la soluzione è limitare nella dieta alimenti che lo contengono. Questo permette anche di evitare eventuali esacerbazioni di condizioni infiammatorie, ove presenti, come nel caso di IBS o IBD (ne avevamo parlato qui). Tuttavia per gli amanti di latte e derivati, le terapie legate al microbiota potrebbero essere una buona alternativa all’assunzione di enzimi sintetici: probiotici a base di Bifidobatteri o prebiotici a base di galattooligosaccaridi (GOS) sono al vaglio per ripristinare un microbiota pro-lattosio. Ma prima, se siete curiosi di sapere se il vostro microbiota è anti- o pro-lattosio, potete sempre effettuare il test Microbioma Italiano EVO con la sua analisi fermentativa.
Alla prossima!
Eleonora Sattin, PhD
Responsabile Servizio Microbioma Italiano di BMR Genomics