Allena il tuo Microbioma
Che l’attività fisica migliori la qualità della vita è noto, così come sono noti i suoi effetti protettivi nei confronti di molte malattie croniche.
Quello che per anni, invece, non è apparso evidente e che sta emergendo dagli studi più recenti è che i benefici di una regolare pratica sportiva sulla salute potrebbero derivare, in parte, dalla sua capacità di modulare il microbiota intestinale.
Pigri in ascolto, questo articolo è soprattutto per voi!
Che relazione c’è tra esercizio fisico e microbiota intestinale?
I primi studi su uomo di tipo trasversale, vale a dire realizzati con dati ottenuti in un momento preciso, avevano già suggerito una correlazione positiva tra esercizio fisico e abbondanza di batteri produttori di butirrato, un acido grasso a catena corta con proprietà anti-infiammatorie.
In un recente lavoro, ad esempio, viene mostrato che rispetto al gruppo di controllo “sedentario”, le donne fisicamente attive, che si allenano per almeno 3 ore a settimana, presentano livelli più alti di Faecalibacterium prausnitzii e Roseburia hominis, noti produttori di butirrato, oltre a una maggiore abbondanza di Akkermansia muciniphila, associata a un basso indice di massa corporea (BMI) e a un migliore quadro metabolico.
Guardate gli estratti del nostro report Evo di due sportivi non agonisti.
Non vi sembrano in linea con quanto descritto in letteratura?
Le evidenze più interessanti emergono da studi longitudinali controllati, che hanno permesso di raccogliere dati nel tempo e valutare l’effetto dell’attività fisica sul microbiota intestinale, indipendentemente da altre variabili, come la dieta.
In un bel lavoro del 2018, un gruppo di soggetti normopeso (BMI<25) e un gruppo di soggetti obesi (BMI>30) sono stati sottoposti a un rigoroso controllo della dieta e allo stesso programma di allenamento per 6 settimane, con una intensità leggera/moderata (dai 30 ai 60 minuti, 3 volte a settimana).
Gli autori hanno osservato che l’attività fisica ha portato a un aumento di Faecalibacterium prausnitzii nei soggetti normopeso, ma a una sua riduzione negli obesi. Per contro, le specie Bacteroides sono diminuite nei normopeso, mentre sono aumentate negli obesi.
Anche la concentrazione degli acidi grassi a catena corta acetato e butirrato è aumentata solo nei soggetti normopeso.
Inoltre, per la maggior parte delle specie batteriche e degli acidi grassi a catena corta, per i quali era stato riscontrato un aumento in risposta all’allenamento, l’abbondanza si è ridotta dopo 6 settimane di ritorno a uno stile di vita sedentario.
Cosa indicano questi dati?
Questi lavori, nel complesso, ci suggeriscono che:
- l’esercizio fisico ha effetti sul microbiota intestinale indipendenti dal regime alimentare.
- gli individui normopeso rispondono meglio all’esercizio fisico, rispetto ai soggetti obesi.
- l’effetto dell’attività fisica sul microbiota è temporaneo e reversibile.
Ma attraverso quali meccanismi l’esercizio fisico potrebbe influenzare il microbiota intestinale e quali implicazioni potrebbe avere in determinate condizioni patologiche?
Lo scopriremo nel prossimo post!
Nel frattempo, buon allenamento 😉
PS: nella foto le mie due fit-colleghe al lavoro.
Ilena Li Mura, PhD
Biologa nutrizionista
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