La dieta chetogenica modifica il microbiota in pazienti obesi
Diete dimagranti ne abbiamo?
Questa volta vi raccontiamo con soddisfazione di un progetto sviluppato da un gruppo di ricercatori dell’Università “La Sapienza” di Roma con cui noi di Microbioma Italiano (BMR Genomics) abbiamo collaborato. Quello che segue è il racconto dell’effetto di una dieta particolare affrontata per 45 giorni da 48 partecipanti obesi. I risultati? Eccoli!
Una dieta con poche calorie ma con molte proteine
La dieta chetogenica a contenuto calorico molto ridotto (VLCKD < 800 Kcal/giorno) è un regime alimentare che prevede di diminuire l’assunzione di carboidrati e grassi e di aumentare l’apporto di proteine rispetto ad una dieta normo-bilanciata. L’effetto di questa dieta è la cosiddetta “chetosi”, un accumulo nel sangue di molecole derivanti dai grassi. Queste molecole indicano uno stato di attivazione del metabolismo in cui l’energia non viene più prodotta a partire dagli zuccheri ma dai grassi del corpo.
La dieta chetogenica è nata in ambito clinico, ad esempio per coadiuvare le terapie per l’epilessia, ma ha cominciato ad essere testata ed utilizzata anche in diversi altri ambiti. In questo studio pilota si è voluta testare la VLCKD su pazienti fortemente obesi per saggiarne l’effetto dimagrante e modulatorio sull’organismo e sul microbiota.
Il risultato dipende dal tipo di proteine assunte
I 48 pazienti obesi sono stati suddivisi in 3 gruppi a cui è stato assegnata la VLCKD ed un tipo principale di proteina da assumere: proteine del siero di latte (WPG), proteine vegetali (VPG da soia, piselli verdi o cereali) o proteine della carne (APG). Al termine dei 45 giorni gli effetti della dieta chetogenica VLCKD sono stati ben evidenti e significativi in tutti i gruppi:
- diminuzione della circonferenza
- abbassamento del BMI
- diminuzione della pressione sanguigna
- decremento dei livelli di insulina a digiuno
- abbassamento del colesterolo totale e LDL
Tuttavia sembrerà strano ma ogni gruppo alimentato con proteine specifiche ha avuto dei risultati un po’ diversi:
- perdita di peso non significativa per il gruppo APG (per gli altri gruppi sì)
- abbassamento dei livelli di glicemia non significativo per il gruppo VPG (per gli altri gruppi sì)
- abbassamento dei livelli di trigliceridi non significativo per il gruppo VPG (per gli altri gruppi sì)
- la performance muscolare era mantenuta al meglio nel gruppo WPG
e così via per molti altri valori considerati.
E il microbiota?
Era già noto che questa dieta provocasse dei cambiamenti al microbiota, specialmente per quanto riguarda la perdita di biodiversità. Infatti la chetodieta elimina una fonte prebiotica importantissima, ovvero i carboidrati. In questo modo proliferano selezionati batteri che sono in grado di utilizzare principalmente le proteine come fonte energetica. Nondimeno, in questa ricerca si rileva un dato interessante: il rapporto tra Bacteroidetes e Firmicutes che cambia. Prima della dieta infatti i Firmicutes erano molto abbondanti mentre al termine dei 45 giorni questo gruppo batterico lasciava maggiore spazio ai Bacteroidetes. Questa inversione di tendenza era già stata rilevata negli studi su bambini affetti da epilessia trattati con la chetodieta e in remissione.
Uno strumento da usare bene
La dieta chetogenica VLCKD sembra essere molto efficace per un dimagrimento veloce e benefica per molti fattori predisponenti all’insorgenza di patologie metaboliche. Tuttavia è un regime alimentare drastico che modula in modo molto profondo il microbiota e il metabolismo, pertanto è da applicare per periodi limitati e certamente sotto stretto controllo specialistico. Inoltre sembra che il tipo di fonte proteica sia molto importante a seconda dello scopo da raggiungere. Ad ogni modo sembrano più salutari quelle derivate da siero di latte e vegetali piuttosto che quelle animali.
Volete saperne di più? Tra qualche mese uscirà (speriamo) un altro paper in cui abbiamo collaborato sempre in ambito microbiota, chetodieta e… sport!
Continuate a seguirci,
alla prossima.
Eleonora Sattin, PhD
Responsabile servizio Microbioma Italiano presso BMR Genomics
Paoli et al. (2019) Ketogenic Diet and Microbiota: Friends or Enemies?