Articoli

FODMAPs, croce e delizia del nostro intestino

Cosa sono i FODMAPs? Si trovano anche in altri alimenti oltre che nei cereali?

Nell’ultimo post del nostro blog ci eravamo lasciati con queste domande. Proviamo dunque a dare una risposta e scoprire cosa si cela dietro a questo termine così difficile.

FODMAPs è una sigla che sta per Fermentable Oligosaccharides, Disaccharides, Monosaccharides And Polyols ovvero Oligosaccaridi, Disaccaridi, Monosaccaridi Fermentabili e Polioli e indica una serie di carboidrati (zuccheri) fermentabili che per il nostro intestino, o meglio per i batteri che in esso hanno trovato la loro “casa”, sono una vera e proprio delizia.

I FODMAPs infatti sono dei prebiotici, sostanze contenute naturalmente in alcuni alimenti e che sono assorbite molto lentamente o non vengono digerite nell’intestino tenue ma, una volta arrivate nel colon, incontrano i nostri batteri, ben felici di cibarsene. In questo modo i FODMAPs favoriscono la crescita di batteri benefici per l’organismo.

Questi composti includono cinque principali sotto-gruppi di carboidrati, contenuti in diverse tipologie di alimenti:

  • Gli Oligosaccaridi FOS (Fructo-oligosaccaridi, Fruttani) e GOS (Galatto-oligosaccaridi) contenuti nei cereali come il grano, l’orzo e la segale (alimenti che contengono anche glutine), nei legumi, nell’aglio e nella cipolla, nei pistacchi, nel latte di soia, nelle verdure come carciofi, asparagi, broccoli, finocchi, peperoni, cicoria e bietola.
  • Il Disaccaride lattosio, contenuto nel latte e nei prodotti caseari.
  • Il Monosaccaride fruttosio, in eccesso rispetto al glucosio, presente nel miele e in diverse tipologie di frutta come mango, mela, pera, cocomero, ciliegie, albicocche, pesche, datteri e fichi.
  • I Poli-oli sorbitolo, mannitolo, xilitolo e maltitolo, presenti principalmente nell’avocado, nei funghi, nelle albicocche, nelle ciliegie, nei cavolfiori, ma utilizzati spesso come dolcificanti negli alimenti industriali.

Molti di questi alimenti sono ottime fonti di fibre vegetali, note per accelerare il transito intestinale e per i benefici che apportano all’organismo. Fin qui tutto bene, se non fosse che, per determinate persone, alcune tipologie di FODMAPs, e quindi gli alimenti che li contengono, possono risultare particolarmente fastidiosi.
Avete mai avuto problemi con uno o più degli alimenti sopra elencati? Cominciate a farci caso.

Ma perché dei piccoli e comuni carboidrati, per di più presenti in natura in svariati alimenti, dovrebbero causare a determinate persone problemi intestinali? Non avevamo detto che i FODMAPs promuovono la crescita di svariate specie batteriche e quindi la salute e il benessere del nostro intestino?

Vi aspetto con il prossimo articolo per scoprirlo insieme!

Io intanto mi gusto una buonissima arancia siciliana di stagione, ricca di vitamina C e a basso contenuto di FODMAPs.

Ilena Li Mura, PhD


World Gastroenterology Organisation Global Guidelines

E SE NON FOSSE SEMPRE TUTTA COLPA DEL GLUTINE?

Conoscerete sicuramente qualcuno che ha deciso di non mangiare più pane né pasta perché dice che dopo aver assunto quegli alimenti sta male, molto male. Non è un caso: è sempre più comune la cosiddetta “intolleranza al glutine”, una condizione che provoca forti sintomi intestinali dopo aver assunto alimenti contenenti glutine, che tuttavia non ha nulla a che vedere con la malattia celiaca. Quest’ultima, infatti, dipende dalla sensibilità del sistema immunitario verso il glutine che viene riconosciuto da alcuni anticorpi (IgE) scatenando così una forte reazione infiammatoria, quasi come fosse un patogeno.

La Sensibilità al Glutine Non Celiaca (NCGS), così si chiama la prima condizione, invece non è mediata da anticorpi e non dipende nemmeno da una mutazione nel DNA simile a quella della celiachia. Un mistero! Dato che non esistono marcatori per diagnosticarla, l’unica cosa che rimane da fare è diventare medici di se stessi ed eliminare dalla dieta gli alimenti che provocano fastidio.

E se vi dicessero che la colpa della NCGS molto probabilmente non è sempre del glutine ma di alcune molecole che spesso lo accompagnano? I cereali infatti contengono, oltre al glutine, anche grandissime quantità di alcuni zuccheri come gli oligo, mono, disaccaridi fermentabili e polioli (i famosi FODMAP: “Fermentable Oligosaccharides, Disaccharides, Monosaccharides and Polyols”) che, come dice il loro nome, sono fermentabili. La loro caratteristica è di arrivare nell’intestino e alimentare i nostri batteri che, brulicanti di felice voracità, trasformano queste molecole in gas producendo il caratteristico gonfiore, flatulenza e mal di pancia postprandiali.

Alcuni ricercatori di Oslo hanno esplorato questa possibilità facendo assumere a 59 persone auto-diagnosticate NCGS un alimento contenente glutine oppure un tipo di FODMAP (i fruttani) oppure nulla. Al termine degli esperimenti hanno visto che tra il gruppo di quelli che avevano mangiato glutine e quelli che avevano assunto l’alimento normale non era cambiato granché. Si era invece aggravata di molto la sintomatologia intestinale di coloro che avevano mangiato l’alimento arricchito di FODMAP, anche se non conteneva glutine.

Cosa sono i FODMAP? Si trovano anche in altri alimenti oltre che nei cereali? Ha quindi senso fare una dieta low-FODMAP o una Gluten-free? Che relazione c’è tra microbiota e FODMAP? Queste ed altre domande saranno il fulcro di una nuova rubrica del Microbioma Italiano tenuta dalla collega Ilena Li Mura, PhD.

Ci sentiamo presto!

Eleonora Sattin, PhD
Responsabile Servizio Microbioma Italiano a BMR Genomics


Fructan, Rather Than Gluten, Induces Symptoms in Patients With Self-Reported Non-Celiac Gluten Sensitivity

Gluten and FODMAPS—Sense of a Restriction/When Is Restriction Necessary?

Influence of low FODMAP and gluten-free diets on disease activity and intestinal microbiota in patients with non-celiac gluten sensitivity.