IBD: circolo vizioso di infiammazione e disbiosi intestinale

Ho diversi conoscenti che soffrono di IBD e, stando alle loro descrizioni, questa condizione non è per nulla una passeggiata. Dolori, gonfiore addominale, malassorbimento, diarrea, sangue nelle feci, disagi ogni giorno. Ma cos’è l’IBD?

L’IBD, acronimo che sta per l’inglese Irritable Bowel Disease (Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali, MICI), definisce una serie di patologie che comprendono, tra le altre, anche il famoso Morbo di Crohn e la Rettocolite Ulcerosa. Sono tutte patologie intestinali che non hanno un’origine ancora ben chiara (si dice: malattie idiopatiche) ma quello che si sa è che le cause scatenanti siano diverse.

Cosa succede nell’intestino con IBD?

L’intestino che sviluppa IBD assomiglia ad un campo di battaglia. Le cellule del sistema immunitario tendono ad attaccare le pareti dell’intestino, causando infiammazione, rigonfiamento, nei casi più gravi emorragie e cancrena (il tessuto muore). Le IBD infatti sono anche considerate patologie autoimmuni in quanto il sistema immunitario tende ad attaccare un organo dello stesso corpo a cui appartiene. L’infiammazione è accompagnata, o preceduta, da un microambiente intestinale che favorisce la crescita di batteri patogeni e proinfiammatori che alimentano l’infiammazione stessa. E così via, in un circolo vizioso.

Quali sono le cause dell’IBD?

Primo su tutti una persona dev’essere predisposta geneticamente: ci sono più di 230 geni implicati nello scatenarsi della patologia e il 12% dei casi di IBD sono familiari e trasmissibili. Non a caso molti dei 230 geni coinvolti hanno a che vedere con funzioni disregolate della barriera intestinale e con le interazioni anomale ospite-microbiota, anche a livello di sistema immunitario.

Nondimeno, diversi fattori ambientali possono favorire l’insorgenza o l’aggravamento della patologia: alcol, fumo, farmaci come antinfiammatori non steroidei e contraccettivi orali, e soprattutto la dieta. Tutti questi fattori sono implicati nella rimodulazione della barriera intestinale, del microbiota e del sistema immunitario.

E il microbiota?

Non è un caso se tutti i pazienti con IBD mostrano un microbiota disbiotico. La notizia interessante è che il microbiota disequilibrato non è una mera conseguenza della situazione patologica ma ne è una vera e propria causa. Diversi studi hanno dimostrato questa tesi: ad esempio è stato rilevato che il trapianto fecale oppure l’utilizzo di probiotici e antibiotici aiutano nella remissione dei sintomi. Questo suggerisce che, quando il microbiota sta bene, anche la patologia tende a scomparire e viceversa.

Normalmente i soggetti con IBD mostrano un microbiota intestinale molto meno vario rispetto ai sani e un incremento di batteri proinfiammatori come le Enterobatteriacee, specialmente E. coli e il Fusobacterium. Parallelamente si assiste ad una diminuzione di batteri che producono una molecola molto importante per il benessere intestinale e immunitario: il butirrato. Batteri come Firmicutes, Bacteroidetes, Lactobacillus e Faecalibacterium prausnitzii infatti tendono a diminuire. Guardate il profilo del microbiota intestinale di un partecipante al Microbioma Italiano che soffre di IBD. Si nota chiaramente la disbiosi ed un’altissima presenza di Enterobatteriacee, di cui una parte è composta da E. coli.

Tabella dell’indice di disbiosi. Il valore rappresenta un livello elevato di disbiosi del microbiota del soggetto.

Grafico che rappresenta la percentuale di abbondanza di alcune famiglie batteriche. Si nota la grande presenza di Enterobacteriaceae (ultima riga).

Come si cura l’IBD?

Attualmente le cure si basano su farmaci che bloccano o attenuano la risposta immunitaria. Infatti il primo approccio contro l’infiammazione cerca di fermare le cellule immunitarie infiammatorie ed i loro segnali d’allarme. Ma basta? Purtroppo tali patologie richiedono cure che durano tutta la vita, con alti e bassi, momenti migliori e ricadute. Pertanto è necessario fare qualcosa in più. Ovvero, data la loro implicazione nell’insorgenza della patologia, lo stile di vita e soprattutto la dieta possono diventare utilissimi alleati dei farmaci.

Negli anni diversi gruppi di ricerca hanno testato svariati approcci di nutrizione funzionale, altresì diete che potessero aiutare i pazienti nel mantenimento della remissione dei sintomi dell’IBD.

Quali sono gli alimenti che favoriscono il benessere intestinale in caso di patologie infiammatorie croniche? Ci sono delle diete che effettivamente funzionano?

Di tutto questo parleremo nella prossima puntata.

A presto!

Eleonora Sattin, PhD
Responsabile servizio Microbioma Italiano di BMR Genomics


Inflammatory bowel disease and immunonutrition: noveltherapeutic approaches through modulation of diet and the gut microbiome

Nutrition, IBD and Gut Microbiota: A Review